....la Yes!
Ovvero ruckkehr zur Straße, per dirla con Herbert Funke e Phillip Will, studenti di ingegneria di Colonia che a un certo punto della loro carriera universitaria hanno pensato di rifiutare con una virata netta gli insegnamenti "ordinari" loro impartiti, per puntare verso qualcosa di più stimolante. La Yes!, frutto delle loro fatiche, è in effetti un’auto che rinuncia fieramente a tutto quello che non è strettamente necessario alla guida sportiva e per questo appaga chi è alla guida in misura inarrivabile. Le somiglianze si sprecano, dalla Renault Spider all’Audi TT Roadster, dalla Porsche Boxster alla Lotus Elise e alla Opel Speedster.
Ma tutte si concedono lussi che la Yes! rifiuta storcendo il naso, e hanno un temperamento da pacioso gattone casalingo se paragonate alla grinta da felino selvatico che questa roadster teutonica sprizza da tutti i pori. La verità è che un paragone non c’è, perché la Yes! è una vettura da corsa dotata esclusivamente dello stretto necessario a non beccarsi la multa al primo incrocio. E certamente non si può dire che si nasconda dietro le apparenze: il design è una miscela esplosiva di linee tese e di rotondità ammalianti, dove tutto è studiato per far perdere la testa a chi è in cerca di emozioni forti.
In particolare, a far fremere di piacere gli appassionati sono le griglie laterali che fanno pandance col disegno dei cerchi (quelli anteriori lasciano intravedere le pinze dei dischi, rosse come sulla Porsche 911 Turbo), i passaruota posteriori che richiamano le bombature del cofano, le prese d’aria ricavate in scanalature profonde e dall’aspetto arcigno. La livrea argentata, che include i roll-bar e gli specchietti, non fa che sottolineare la malia che la Yes! si porta addosso con conturbante semplicità ; ma il meglio, almeno per i più duri, arriva quando si sale a bordo.
Sotto il cofano della Yes! trova alloggiamento un propulsore Volkswagen (certo sarebbe bello che i Giovani Ingegneri avessero creato dal nulla anche un motore superpotente, ma tant’è), il 1.8 turbo ancora nella versione da 150 cavalli, ma modificato dai nostri bravi smanettoni tedeschi fino a erogare una potenza quasi doppia: 286 cavalli. Il dato è già notevole di per sé, ma diventa impressionante se lo si pone in relazione col peso ridottissimo, inferiore ai 600 kg. Il rapporto massa/potenza è quasi equiparabile a quello di una moto sportiva, con la conseguenza che la Yes! nelle mani di un esperto è un proiettile che non teme confronti, capace di accelerare da 0 a 100 in 4 secondi e spiccioli, e di superare agevolmente la soglia dei 260 orari.
Il telaio in alluminio può vantare una rigidità torsionale pazzesca, e dovrebbe tenere la Yes! incollata a terra anche nelle manovre estreme. A pensarci bene, le forme ma soprattutto i numeri di questa sportivetta assatanata ricordano la Exige, l’ultima nata in casa Lotus, che su famosi circuiti ha umiliato nei tempi sul giro rivali forti di una cavalleria più che doppia. Ci riuscirebbe anche con questa sorprendente Yes? Per ora non è dato saperlo, ma Funke e Will, i ragazzi terribili di Colonia, sembrano molto sicuri del fatto loro.
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